In questa pagina:
- Cosa sono le Malattie Psicosomatiche
- La Psicoterapia nel caso di una Malattia Psicosomatica
- Cefalea di origine psicosomatica: un esempio clinico
Di solito tutto comincia con una frase del medico di base o di uno
specialista, il più delle volte è il dermatologo: "Non c'è niente che non
vada da un punto di vista medico, è una malattia psicosomatica!".
Questa affermazione, più che una risposta, sembra un vaso di pandora pieno
di dubbi e incertezze.
Le nostre conoscenze mediche spesso sottovalutano il fatto che noi siamo
costituiti da una sola unità fatta di mente e corpo (psiche e soma, dal
greco) e che le nostre emozioni sono, almeno nella reazione che provocano
all'interno del nostro corpo, altrettanto reali di un pugno allo stomaco o
di un virus.
In altre parole, per il nostro organismo non c'è alcuna differenza tra lo
stress provocato da una malattia di origine batterica o virale, o da
un'intossicazione, e da una situazione familiare, emotiva, lavorativa
difficile.
In entrambi i casi l'organismo deve resistere più che può cercando di
affrontare le conseguenze del problema e provando a fare in modo che ciò
che provoca la situazione stressante finisca al più presto.
Se questo non accade, se cioè l'agente stressante continua ad agire in modo
da continuare a generare il disagio a cui siamo sottoposti, inizia la fase
che si chiama "di esaurimento".
Il nostro corpo non riesce più a sopportare la tensione della battaglia con
il problema (sia dentro che fuori dall'organismo) e comincia a cedere: i
segni di questo cedimento, nel caso di stress emotivo, sono i sintomi della
malattia psicosomatica.
La fine di una relazione sentimentale o la minaccia che una relazione
sentimentale finisca, oppure il trasferimento in un'altra città o in
un'altro luogo di lavoro sono tra le situazioni che provocano il maggiore
stress emotivo e che possono scatenare anche una malattia psicosomatica.
Come per una malattia organica, nel caso di una malattia psicosomatica lo
psicologo psicoterapeuta può intervenire a due livelli.
Il primo è quello sintomatico, il secondo quello della causa o del sistema
di concause che generano il disagio e le malattie psicosomatiche.
Per intervento a livello sintomatico intendiamo un intervento circoscritto
alla situazione attuale che produce stress e disagio.
Favorendo l'elaborazione del vissuto ed eventualmente aiutando il paziente a
risolvere la situazione conflittuale che sta attraversando, si ottengono
spesso risultati importanti nella direzione del superamento della malattia
psicosomatica.
Il secondo livello di intervento, invece, fa riferimento ad un percorso più
intenso e significativo che corrisponde ad un’analisi del funzionamento del
paziente per mettere a fuoco come certi giudizi, certi comportamenti, certe
credenze finiscono per costruire un substrato in cui alcune situazioni
stressanti mettono radici per svilupparsi poi come malattie psicosomatiche.
Proviamo a spiegare meglio quanto espresso fino ad ora con un esempio tratto dalla pratica clinica.
Sandro soffre spesso di cefalea, ormai ha fatto una certa abitudine al
problema che affronta stabilmente con antidolorifici e miorilassanti.
In un periodo particolarmente stressante, avendo letto alcune informazioni
su internet, si rivolge ad uno psicologo psicoterapeuta che gli insegna
alcune tecniche di rilassamento.
Con queste tecniche Sandro riesce a diminuire l'uso di farmaci e
contemporaneamente, avendo compreso la relazione stretta esistente tra la
tensione lavorativa e la sua cefalea, inizia a programmare il lavoro con
maggiore attenzione in modo da scaricare con espedienti piacevoli (una
passeggiata, una partita a tennis, una nuotata nella piscina dietro
l'ufficio) la tensione accumulata.
Approfondendo il lavoro durante la terapia con lo psicologo psicoterapeuta,
emerge la natura fortemente competitiva di Sandro e contemporaneamente la
sua difficoltà a gestire le situazioni conflittuali.
Quando c'è qualcosa che non va nel lavoro della sua equipe, Sandro si fa
carico di tutto, dice ai colleghi che è tutto a posto e lavorando il doppio
del dovuto, mette a posto tutto quello che non funziona.
Pur restando, nel percorso con il terapeuta, solo sul piano lavorativo, il
modo di affrontare i conflitti di Sandro subisce una profonda modificazione:
egli impara ad esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni ai colleghi
riuscendo a stimolarli ad essere più attenti e produttivi, impara a non
accettare deleghe faticose e a rispondere cortesemente di no quando qualcuno
prova a chiedergli di sbrigargli il lavoro al posto suo, si scopre più
deciso e sicuro e, in questa direzione, ha meno bisogno di conferme
dall'esterno e così diventa anche meno competitivo.
L'esempio delineato serve soprattutto a definire come un percorso con uno
psicologo psicoterapeuta possa creare un'evoluzione che, messa da parte la
malattia psicosomatica, produca una serie di benefici che vanno ben al di la
dell'intervento curativo e promuovano una situazione di benessere vero,
profondo e duraturo.
Il nostro corpo ha dei modi davvero speciali di farsi ascoltare e laddove il
coraggio di guardarsi dentro, ci siano orecchie pronte all'ascolto e
capacità di farsi carico realmente del proprio disagio la malattia
psicosomatica può rappresentare un’importante occasione per riorganizzare
alcuni parametri nella propria vita, in modo da trovare una maggiore
soddisfazione ed un duraturo benessere.
Scopri ora come si sviluppa il percorso
psicoterapeutico.
Il dottor Francesco D'Onghia e la dottoressa Claudia Scarpati sono entrambi psicologi psicoterapeuti, laureati presso la Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma ed iscritti all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio (Roma).
Esercitano a Roma, presso lo Studio di Psicologia e Psicoterapia "EmotivaMente", che ha due sedi:
Contatta liberamente lo Studio di Psicologia e Psicoterapia "EmotivaMente" di Roma
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D.ssa Claudia Scarpati - 340 8048443
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